domenica 10 agosto 2014

TERRA DI FUOCO ... TERRA D'AMORE ...





La mia Terra è Madre buona La mia Terra è Matrigna crudele
La mia Terra è Sole La mia Terra è Fango
La mia Terra è Gioia La mia Terra è Dolore
La mia Terra è Risate La mia Terra è Lacrime 
La mia Terra è Genio La mia Terra è Ignoranza 
La mia Terra è Acqua La mia Terra è Sete
La mia Terra è Tutti i Colori del Mondo La mia Terra è il Nero più Nero
La mia Terra è il Via! La mia Terra è lo Stop!

La mia Terra E' la Canzone del Cuore
La mia Terra è un Lamento di Morte

La mia Terra è la Tavola dell'Abbondanza
La mia Terra è Fame

La mia Terra è il Sogno
La mia Terra è l'Incubo

La mia Terra è la Solidarietà
La mia Terra è l'Indifferenza

La mia Terra è Odore
La mia Terra è Puzza

La mia Terra è Amore Puro
La mia Terra è Odio Violento

La mia Terra è ... la Terra dei Fuochi....

NO

La mia Terra è #TERRADIFUOCO


                             

E potrei, voi sapete che potrei continuare all'infinito, la mia Terra è davvero tutto ed il contrario di tutto, forse più di qualsiasi altro luogo al mondo.
Riesco finalmente a postare la ricetta che ho preparato per partecipare al Contest ideato da tanta bella gente che appartiene a questa #Terradifuoco. 
E su una cosa solo non sono d'accordo di questo contest, ho letto le varie ricette degli altri food-blogger e anche scorgendo i post sulla pagine del gruppo Facebook, mi accorgo che questa NON è un'altra Campania e un'altra Storia. no, questa E' la nostra Campania e la nostra storia. Quella Campania e quella storia che fanno della nostra terra uno dei luoghi più visitati al mondo anche e nonostante tutte le contraddizioni di cui sopra, certo puoi scuotere la testa quando ad esempio vai nella mia città e scopri che sta mandando a puttane un patrimonio unico al mondo come le sue 28 differenti sorgenti di acqua, sto parlando di Castellammare di Stabia e delle sue Terme, quasi allo sfacelo, ma di contro c'è anche da dire che chi il cuore ce l'ha davvero sta smaniando per cercare di poter raggiungere un obiettivo e scrivere un altro finale della storia. 


La mia città ... come vorrei prendervi per mano e portarvi a visitare i vicoletti del suo centro storico, stretti stretti e discendenti verso il mare, lungo i cui muri potreste vedere ancora gli anelli metallici d'ormeggio che servivano per l'attracco delle barche dei pescatori. Vorrei farvi entrare nelle mille chiesette che ci sono in questi vicoletti, farvi scoprire magnifici affreschi, Luca Giordano, Paolo de Matteis e tanti altri ... portarvi fin sù alla Reggia di Quisisana ...la cui ragion d'essere è insita nel suo nome: "Domus de loco sano" luogo accogliente per la salubrità del clima...nata e cresciuta sotto i D'Angiò. Scendendo dalla Reggia potreste fermarvi ad ammirare la facciata di quello che fu il Teatro Francesco I, teatro borbonico costruito nella prima dell'800 per allietare le serate dei reali quando appunto risiedevano per le vacanza nella succitata Reggia. 



Poi vorrei portarvi più in alto ancora, sul Monte Faito, la più alta cima dei Monti Lattari, 1440 metri, ma .. non vi spaventate ci metteremo solo 8 minuti per arrivarvi, come? Con la funivia da Castellammare ... potreste godere di panorami unici durante l'ascensione ...il Monte Faito è un polmone verde unico, il cui nome deriva dagli alberi che ne caratterizzano il rilievo, i faggi, da cui 'Faggito' poi divenuto Faito ... 




... e poi non potrei non portarvi sulla collina di Varano per farvi visitare le ville dell'antica Stabiae  .. e si perchè non dei soli Pompei ed Ercolano si nutrì l'eruzione del Vesuvio del 79 d.c. ma purtroppo venne distrutta anche Stabiae e gli splendidi resti della villa di San Marco e della villa di Arianna ne sono tutt'oggi testimoni, vale la pena soffermarvisi un po .. visto che neanche molti stabiesi li conoscono.
Ora vi porterei a passeggiare un po sul lungomare per portarvi a rinfrescarvi con un bel bicchiere di acqua della Madonna o di acqua Acetosella nel frattempo che ammirate un monumento unico nel suo genere in tutta Europa, la Cassa Armonica, un vero e proprio strumento musicale, fra i pochissimi podi bandistici in Italia e poi vi farei concludere la serata agli chalet dell'Acqua della Madonna con lupini e olive, caponata, spaghetti allo scoglio, frittura del golfo, il tutto 'condito' dai caratteristici inviti 'a voce' che le signore degli chalet utilizzano per richiamare i probabili avventori che passeggiano lungo il porto. (http://www.comune.castellammare-di-stabia.napoli.it/#)
Perdonatemi ma io così ho inteso raccontarvi la mia personale #Terradifuoco e il piatto che ho scelto mette insieme alcuni dei prodotti di questa terra che mi stanno più a cuore:




puparurielli ro sciumm
pomodorini del piennolo
provolone del monaco
paccheri di Gragnano




Per prima cosa dovete pulire i peperoncini verdi, i nostri sono un po piccantini, per cui bisogna eliminare tutti i semi che hanno all'interni con l'accortezza di non far rompere l'esterno, poi vanno sciacquati e asciugati e fritti in olio extra vergine di oliva, vanno rigirati spesso per non farli bruciare, prelevati delicatamente con una forchetta e messi da parte in un piatto. Nello stesso olio, piacevolmente aromatizzato si cuociono i pomodorini lavati e tagliati a metà, aggiustati di sale e verso fine cottura si uniscono i peperoncini e si amalgama il tutto.


Cuocete in acqua bollente salata i paccheri e scolateli al dente, amalgamateli in padella con il sugo di peperoncini e sopra adagiatevi fettine molto sottili di provolone del monaco, a fiamma bassa lasciate che si sciolgano dolcemente e non del tutto.

Spegnete il fuoco, attendete 5 minuti ed impiattate  ... poi fatemi sapere!
Con questa ricetta partecipo al contest #Terradifuoco